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Gli squatter volontari e la sinistra confusa

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Su Micromega si aggirano mostri. Leggete l’articolo di Carlo Formenti, dove si racconta dell’azione compiuta da alcuni squatter inglesi per salvare una biblioteca che era stata chiusa per mancanza di fondi. L’azione ha un significato simbolico e un intento politico evidenti, anche perché l’autore riferisce che “il consiglio di quartiere, prima di chiudere la biblioteca, aveva detto ai cittadini che protestavano: se proprio volete tenerla aperta allora andate a lavorarci voi gratuitamente, sostituendo il personale retribuito che la gestisce”. Ma non si va oltre.
Che se ne faranno i cittadini di Friern Barnet di una biblioteca gestita dagli squatter? E se a occupare le biblioteche fossero gli attivisti di Casa Pound o le Dame di San Vincenzo il giudizio dell’autore sarebbe ancora così compiaciuto? Perchè Formenti mette stesso calderone il Teatro Valle, Macao, i NoTAV? Il Teatro Valle è un teatro occupato e riaperto dai lavoratori del teatro. Forse gli squatter in questione erano bibliotecari mascherati?
Il problema è che le biblioteche vengono sempre più considerate “luoghi” e sempre meno “servizi”. I primi basta aprirli, i secondi devi riempirli di contenuti che siano coerenti con la destinazione d’uso. E per farlo servono persone preparate, non il primo che passa, anche se animato da ottime intenzioni. Come sappiamo, per gli intellettuali italiani le biblioteche o sono per le élites dell’alta cultura o sono circoli ricreativi. Da una rivista di intellettuali come Micromega mi aspetterei una riflessione seria sul rapporto fra lavoro culturale e volontariato, anche se no-global, non il solito conformismo movimentista.
Mi sento molto più vicino alle persone che a Viadana stanno protestando perché il comune ha dimezzato l’organico della biblioteca appendendo lo striscione che vedete nella foto e spingendo il consiglio comunale a dedicare una seduta al tema. Quelle persone non vogliono gestire la biblioteca ma vogliono una biblioteca gestita da bibliotecari.
Cari squatter, se volete davvero essere rivoluzionari lanciate una colletta per pagare i bibliotecari che facevano funzionare la vostra biblioteca, o mettetecene altri più bravi di loro, ma non prestatevi al gioco sporco “della filosofia liberal liberista del workfare”, come la chiama Formenti.
Sono sicuro che Micromega vi aiuterà a raccogliere un po’ di fondi.



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